Az. Agr. Mauro Veglio-La Morra (CN)

VIDEO VG-TV. Azienda visitata il 9 Gennaio 2008. Quella di Mauro Veglio e Daniela Saffirio non è solo una bellissima storia d’amore, ma è anche la storia di due persone giovani e dinamiche che provengono entrambe da famiglie di viticoltori di antica generazione e che il destino ha voluto farli incontrare per dare vita a quella che oggi è, nella terra del Barolo, una realtà in continua crescita qualitativa. Clicca QUI per proseguire nella lettura dell’articolo >>

VIDEO VG-TV.

Azienda visitata il 9 Gennaio 2008.

(Una doverosa premessa che riguarda questa recensione. Purtroppo mancheranno alcuni dati; in quanto, nonostante le nostre ripetute richieste ai diretti interessati, non siamo riusciti ad entrare in possesso.
Ci scusiamo con i lettori.)

Quella di Mauro Veglio e Daniela Saffirio non è solo una bellissima storia d’amore, ma è anche la storia di due persone giovani e dinamiche che provengono entrambe da famiglie di viticoltori di antica generazione e che il destino ha voluto farli incontrare per dare vita a quella che oggi è, nella terra del Barolo, una realtà in continua crescita qualitativa.

Prima di entrare nel vivo del racconto, il solito ripasso “guidaiolo”:
A.I.S.: la guida dei sommeliers assegna, a tutti i vini aziendali, la valutazione di 4 grappoli.
Slow Food-Gambero Rosso: la guida della chiocciola assegna due bicchieri rossi al Barbera d’Alba Cascina Nuova 2005 e a due bicchieri neri troviamo il Barolo Gattera e il Barolo Arborina 2003.

La si raggiunge uscendo al casello di Asti Est per chi proviene dalla Torino-Piacenza, oppure prendendo l’uscita Marene per chi percorre invece la Torino-Savona. Proseguite poi, prima in direzione di Alba e poi di La Morra e da qui proseguite per la frazione Annunciata. Infine seguite le indicazioni aziendali. Oppure fate come noi che l’abbiamo raggiunta a piedi svoltando l’angolo uscendo dalla Cantina di Altare, visto che sono vicini di casa. 😀

La storia di questa cantina è recentissima con inizio nell’anno di grazia 1992. Come detto Mauro e Daniela arrivano da famiglie di viticoltori abituate a vendere, come tradizione di quell’epoca, le uve ai commercianti con le conseguenti problematiche di una realizzazione monetaria irrisoria anche dopo tanta fatica e preoccupazione. Ma per Mauro e suo padre Angelo anche la sucessiva vendita dello “sfuso” non dava quei risultati interessanti per l’azienda visto che, quando andava bene, si poteva monetizzare le 1.400 del vecchio conio per un litro di Barolo venduto in damigiana. Più scaltro invece è stato il papà di Daniela, il quale ebbe la forza, l’intuito imprenditoriale e la tenacia tipica dei vignaioli di antica tradizione di conservare le damigiane in cantina e venderlo poi ad un importatore svizzero, di nome Luigi Zanini (ne sentirete presto parlare di lui su queste pagine perché siamo andati a trovarlo…) che all’epoca comprava lo “sfuso” pagandolo un prezzo vantaggioso rispetto a quello che offrivano i tradizionali “commercianti” di Langa, per poi imbottigliarlo in Canton Ticino. Quando questo, per motivi di legge, non fu più possibile per Zanini, questi si appoggiò alle Cantine Valfieri che erano tenutarie della licenza di poter imbottigliare il Barolo al di fuori della loro zona di origine.

Ma tutto questo comunque non rendeva merito alle fatiche dei giovani Mauro e Daniela che fu determinante per loro l’incontro con Elio Altare. Nel 1992 realizzarono quindi la loro nuova Cantina e prendeva così forma l’Azienda Agricola Mauro Veglio, proprio adiacente a quella di Altare. Durante la nostra chiacchierata, nel raccontare di quei tempi difficili, per Mauro è stato molto difficile perché morso dal ricordo del passato. Mauro e Daniela nutrivano una gran voglia di dare un taglio al passato, ricominciare da zero e dare vita così ad una linea nuova ed uno stile personale per quel prodotto chiamato Barolo. Questo con la giusta incoscienza di gioventù e incuranti delle mille difficoltà finanziarie date dagli interessi sui mutui e che raggiungevano anche picchi del 20%. Il tutto vivendo in un clima di scetticismo da parte della gente che sapevano appunto che era nelle loro intenzioni di seguire la filosofia di Altare.

Il continuo vociferare della gente del luogo era sempre lo stesso e sempre diretto alla figura di Altare: “Andate a vivere vicino a quello là? State attenti perchè quello è matto…”, e ancora “Quello è pazzo a vendere il suo Barolo a quei prezzi. Ma cosa crede di mettere in bottiglia? Oro? Tanto è sempre vino come tutti gli altri…”, “Ma l’avete visto passa in vigna a tagliare i grappoli dalle piante, l’ho sempre detto che quello è pazzo…”

Anche l’incontro con l’importatore americano Marc de Grazia ha avuto un ruolo importante per Mauro e Daniela, che oggi, seguendo il loro instinto, sono arrivati a gestire una Cantina atrezzata e funzionale, dove annualmente escono circa 60.000 bottiglie e con Mauro che ci sussurra, per non farsi sentire dalla moglie, che avrebbe voglia di ingrandirla per renderla ancor più funzionale.

EC: “Mauro, non ti preoccupare noi non le diremo niente…” 😉

Ma il vero patrimonio sono i vigneti di 11 ettari tutti vitati, di cui 5 ettari coltivati a Nebbiolo da Barolo, mentre il resto troviamo Dolcetto, Barbera ed il Cabernet Sauvignon usato per l’Insieme.
Purtroppo la giornata non ci consente di accedervi. Mannaggia nel nostro equipaggiamento da Altissimo Ceto dobbiamo includerci prossimamente anche gli stivali! 🙄

Ma di questi ne parliamo comunque con Mauro.

EC: “Mauro, ci parli di come intendi la gestione della vigna?”
MV: “Non posso considerarmi di essere «biologico» se è questo che vuoi sapere. Posso comunque dirti di trattare la vigna in modo il più naturale possibile cercando di limitare i trattamenti con zolfo e verderame, quando proprio è necessario. In vigna si eseguono potature corte per produrre poca uva per pianta, vengono eseguiti i diradamenti e ovviamente le vendemmie sono fatte manualmente, raccogliendo l’uva al giusto punto di maturazione.”
EC: “L’uva giunge quindi in cantina e dove finisce?”
MV: “Le fermentazioni alcoliche sono spontanee e avvengono nei roto-maceratori per tutte le tipologie di vitigno.”
EC: “Anche tu usi il pied-de-cuve? (Vedi la recensione di Altare…)”
MV: “Tutti noi che facciamo parte del gruppo de l’Insieme usiamo il pied-de-cuve! E’ di norma che chi prevede di essere il primo a vendemmiare, sia anche quello che fa il pied-de-cuve, per poi passarlo agli atri. Questo sia che sia Altare, Corino, Alessandria ecc., oppure il sottoscritto.”
EC: “Sono macerazioni brevi anche le tue?”
MV: “Sì. I tempi di macerazioni vanno dai 3 giorni per il dolcetto, fino ai 7 giorni per i Nebbioli. Ma questa non è la regola perchè in annate difficili come la 2003, le fermentazioni sono state lente ad innescarsi. Questo nonostante il pied-de-cuve e quindi c’è voluto un giorno in più di macerazione per ogni tipologia.
EC: “Dopo di che, una volta svinato, il vino passa in barriques…”
MV: “Esatto. Questo per svolgere anche le malo-lattiche.”
EC: “Anche se conosco già la tua risposta, la classica domanda provocatoria te la vorrei porre lo stesso! Usi i batteri per far svolgere la malo-lattica ai tuoi vini?”
MV: “Non sia mai! L’unica cosa che viene aggiunta al vino nel suo processo, dalla pigiatura alla messa in bottiglia è il giusto quantitativo di solforosa. Per svolgere la malo-lattica, le barriques vengono portate in quella parte della cantina dove posso alzare la temperatura e attendere che questa venga svolta naturalmente. Ci sono annate come questa 2007 e che in questo periodo l’hanno già svolta tutti i vini, altre invece che bisogna attendere l’arrivo delle temperature più miti in primavera.”

EC: “Altra classica domanda. Qui vediamo tutte barriques, quante di queste sono nuove?”
MV: “Mi regolo in base all’annata. Ma comunque nel complesso, ci tariamo tra un 40% ed un 50%. Mentre le altre sono di secondo e terzo passaggio.”

Uno sguardo all’originale cave du patron…

Armiamo i microfoni…

E ora armiamo i bicchieri…

Bene ed ora all’assaggio!

Bicchiereeee!


Barbera d’Alba Cascina Nuova 2005
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Barbera.
-Provenienza uve: Vigneti nel comune di La Morra.
-Vinificazione: nei roto-maceratori.
-Affinamento: 18 mesi in barriques (80% nuove).
-Prezzo in enoteca: Euro 24,50.

Giudizio EC: 15,5+/20

Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 5.000 ed è ottenuto dalle uve di barbera delle vigne più vecchie, densità di impianto di 5.000 piante per ettaro e da una resa di 40 q.li/ha.

Il profilo olfattivo della verisone 2005 della Cascina Nuova di Veglio è caratterizzata da una minore dolcezza rispetto alla 2004. Note di grande freschezza, un frutto non particolarmente polposo ma di buona incisività e pungenza, con una piacevole nota di “goudron” in chiusura. Mi piacerebbe vederlo però con un rovere più posato e sono convinto che Mauro potrebbe dargli maggiore espressività. In bocca è dotato di uno straordinario equilibrio e con una buona trama tannica.


Langhe Nebbiolo Angelo 2005
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Vigneti nei comuni di La Morra e Monforte d’Alba.
-Vinificazione: nei roto-maceratori.
-Affinamento: 12 mesi in barriques non nuove.
-Prezzo in enoteca: Euro 12,00.

Giudizio EC: 15,5/20

Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 5.000 ed è ottenuto dalle uve di Nebbiolo da Barolo. La quantità prodotta può variare in funzione dell’annata e della qualità delle uve. Nel caso di annate difficili, avviene una scelta rigorosa delle uve per la produzione del Barolo e le uve restanti serviranno per la produzione del Langhe Nebbiolo. Per volontà di Mauro è da considerarsi comunque un vino importante tanto che lo ha voluto dedicare a suo padre Angelo.

Un Nebbiolo che gioca le sue carte migliori sul frutto, l’equilibrio e l’eleganza. La vinificazione è ben curata ed è un vino che è piacevole già da subito. Di personalità meno esuberante e più pacata rispetto al Cascina Nuova. E’ dotato di un ingresso al palato molto sottile e che tende poi ad aprirsi in una piacevole sensazione speziata. Solo il tannino non completamente ben fuso ne limita l’allungo finale.

Abbinamento.

Insalatina con quaglia disossata, porcini e vinaigrette all’aceto di lamponi, suo ovetto e tartufo nero.
Ristorante Conti Roero-Monticello d’Alba (CN).

Il grande carattere aromatico di questo piatto, in aggiunta a delle forti sensazioni di saporito ne fanno una preparazione che richiede un vino di forte grinta, come questo Langhe Nebbiolo, dal carattere subito piacevole, dotato di un buon equilibrio e con un tannino non particolarmente agressivo.


Barolo Vigneto Arborina 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Vigneto Arborina sito nel comune di La Morra.
-Vinificazione: nei roto-maceratori.
-Affinamento: 24 mesi in barriques (50% nuove).
-Prezzo in enoteca: Euro 35,00.

Giudizio EC: 17,5/20

Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 10.000 ed è ottenuto dalle uve di Nebbiolo del vigneto Arborina, la maggior parte dei vigneti sono stati impiantati nei primi anni ’70, il restante nel 1988, densità di impianto di 5.000 piante per ettaro e da una resa di 50 q.li/ha.

Iniziamo la carellata dei quattro cru di Barolo targati Mauro Veglio cominciando dall’Arborina. E’ stato messo in apertura perchè è quello più delicato e più fine. Profilo olfattivo in pieno stile “Lamorriano” con note di fragola e rosa, non particolarmente dotate di grande “calore”, ma di buona croccantezza. In relazione ai suoi fratelli è anche quello con la maggior linearità e nitidezza di frutto. Al palato è dotato di buona freschezza con un tannino particolarmente rigido, ferreo e molto composto.


Barolo Vigneto Gattera 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Vigneto Gattera sito nel comune di La Morra.
-Vinificazione: nei roto-maceratori.
-Affinamento: 24 mesi in barriques (50% nuove).
-Prezzo in enoteca: Euro 35,00.

Giudizio EC: 17/20

Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 5.200 ed è ottenuto dalle uve di Nebbiolo del vigneto Gattera, si tratta di un vigneto impiantato nel 1952.
Densità di impianto di 5.500 piante per ettaro e da una resa di 55 q.li/ha.

Il comportamento deontologico dice che il lavoro del degustatore non lo debba prevedere e dice anche che deve tralasciare da parte il lato emotivo, quando si degusta e si valuta un vino. Ma alla fine si sa che in una batteria dove si mette a confronto 4 cru dello stesso produttore è inevitabile che ci sia quello che ti piaccia di meno. In questo caso è toccato al Gattera. Non che non sia buono altrimenti non gli avrei dato i 17/20, dico solo che tra i quattro è quello che soffre più di tutti sul piano della croccantezza e freschezza del frutto, aggiungendo una particolare predisposizione per quanto riguarda il suo carattere evolutivo. La completa esposizione a sud rende un vino con un frutto particolarmente più caldo e speziato. Mentre al palato, il carattere, l’avvolgenza e l’equilibrio lo rendono particolarmente fruibile già da adesso con un tannino ben fuso ma non abbastanza vibrante.


Barolo Castelletto 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Vigne site nel comune di Monforte d’Alba.
-Vinificazione: nei roto-maceratori.
-Affinamento: 24 mesi in barriques (50% nuove).
-Prezzo in enoteca: Euro 35,00.

Giudizio EC: 18/20

Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 6.000 ed è ottenuto dalle uve di Nebbiolo dei vigneti che erano di proprietà del padre di Daniela. Le vigne più vecchie nel 1967, quelle più giovani nel 1995 in sostituzione di quelle rovinate dall’alluvione del 1994, densità di impianto di 5.000 piante per ettaro e da una resa di 50 q.li/ha.

Passiamo invece a quello che tra i quattro risulta il più “aromatico” e il più intrigante. Nel bicchiere si esprime con una bella intensità ed equilibrio, non necessita di particolare ossigenazione per poterlo apprezzare al meglio. Frutto polposo e vibrante con il nostro naso che non raggiunge l’assuefazione se sosta in maniera prolungata durante l’esame olfattivo. In bocca però risulta essere un filo meno espressivo rispetto al carattere rilevato all’olfatto , con un tannino incisivo ma non particolarmente vibrante. Buono invece il finale e con una chiusura decisamente elegante. Se volete accattivarvi le simpatie di Daniela e le antipatie di Mauro ditegli pure che il Castelletto è il vostro preferito, alimenterete così la volontà di Mauro che scherzosamente ci dice che in futuro ha una mezza idea di vendere il vigneto del suocero…


Barolo Rocche dell’Annunziata 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: Vigneto Rocche dell’Annunziata sito nel comune di La Morra.
-Vinificazione: nei roto-maceratori.
-Affinamento: 24 mesi in barriques (80% nuove).
-Prezzo in enoteca: Euro 45,00.

Giudizio EC: 18+?/20

Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 1.800 ed è ottenuto dalle uve di Nebbiolo del vigneto Rocche dell’Annunziata, la maggior parte dei vigneti sono stati impiantati nei primi anni ’70, il restante nel 1988, densità di impianto di 5.000 piante per ettaro e da una resa di 50 q.li/ha.

Eccoci infine a quello che a ragione è l’ultimo da presentare in batteria. Già dal colore esprime il suo carattere. Il più monolitico dei quattro con un frutto che in questo momento si esprime con “freddezza” per certi versi. Notevole la complessità di fondo ma ancora inespressa. In bocca si esprime con potenza ed avvolgenza presentando un tannino minuto e ben articolato ma molto slegato in questo momento che vi si attacca al palato e che non vi mollerà. Potenzialmente può ambire ad un mezzo punto in più e anche alla nostra valutazione massima dell’Altissimo Ceto, ma che adesso non mi sento di valutare con serenità e quindi lasciamo il giudizio di 18+ in sospeso con il punto interrogativo con l’intenzione di ritornarci sopra in futuro.

Ci sarebbe anche la volontà da parte di Mauro (e come non dargli ragione?) un domani di uscire con il Rocche un anno dopo rispetto agli altri cru.
Mauro hai tutto il nostro appoggio!!! 😉

Abbinamento.

Il controfiletto di cervo scottato alla “Barbera”, cavolo rosso brasato all’uvetta sultanina, creme brûlée ai porri, sale nero hawajano.
Ristorante Songino-Beura Cardezza (VB).

Un piatto che già alla vista presenta delle forti sensazioni di succulenza. La tendenza dolce del cavolo rosso e dell’uvetta, smorzano quelle note “selvatiche” e leggermente amarognole che presenta la carne di cervo, rendendolo un piatto di grande equilibrio che richiede un vino di personalità, con un’acidità al limite dello sferzante e con tannini vibranti e articolati questo per rendere ancor più lunga e piacevole la sensazione aromatica retro-olfattiva.

Note positive
-Un’azienda sicuramente da seguire nel futuro.
-Il packaging è piacevole. Vengono usate solo bottiglie “bordolesi” e belle da vedere sono le etichette che assumono colorazioni diverse a seconda della tipologia fino ad arrivare al nero per evidenziare il carattere forte e deciso del Rocche dell’Annunziata.

Note negative
-Ci piacerebbe trovare nei vini di Veglio un carattere sempre più forte, un legno più posato e che siano sempre di più vicini a quella espressione del territorio, che oggi fa’ molto “in” raccontarlo, ma che sono poi quelli che la gente vorrebbe sempre più bere.

Conclusioni
-I vini di Veglio, in particolare i Barolo, hanno vissuto in passato periodi contrastanti, annate dove vedevano la luce vini di indiscussa solidità, come la 1997 e la 2001 per esempio, alternate ad altre annate, come la 1998 e la 2000, dove il profilo olfattivo derivante dalla cessione aromatica dei legni piccoli in parte oscurava la delicatezza espressiva in particolare del Nebbiolo di La Morra.
Ora posso dire che mai come oggi, Mauro abbia trovato la sua linea, la sua espressione, la sua idea del Barolo, questo è tuttavia riscontrabile nella compattezza e nella consistenza di questi 2004 e anche fruibile per certi versi nella difficile versione presentata lo scorso anno, ovvero quella targata 2003. Seguiremo con attenzione l’evolversi delle annate future, augurando a Mauro e a sua moglie Daniela, di lavorare sempre con la stessa serenità e la stessa passione, avvertendoli del fatto che la bontà percepita oggi nei loro Barolo, siano da considerarsi, usando metaforicamente il ciclismo, come una vittoria di un semplice Gran Premio della Montagna e non come una vittoria finale, nella sempre più difficile scalata ai vertici dell’enologia italiana. E che può solo migliorare…

Altissimo Ceto Promising per Mauro e Daniela Veglio.


Azienda Agricola Mauro Veglio
Frazione Annunciata Cascina Nuova, 50
12064 La Morra (CN)
Telefono e Fax: 0173 509212

e-mail: mauroveglio@mauroveglio.com
sito: www.mauroveglio.com