VIDEO VG-TV.
Azienda visitata il 10 marzo 2008.
C’era una volta…
Comincia sempre così ogni bellissima favola. E così inizia anche quella che abbiamo la fortuna di narrarvi oggi e che vede come protagonista, un (allora…) giovanissimo Roberto Voerzio, il quale cominciò a non ritrovarsi più nell’immagine del Barolo di quel periodo e in più si trovava pure limitato nei movimenti in quella che era la sua azienda originaria di famiglia. Così nel 1986 decise di intraprendere la strada in solitario, con lo scopo ben preciso di arrivare un giorno a produrre il miglior vino del Mondo.
Seguiteci perchè la storia continua e ve la racconteremo attraverso altri video che vale la pena seguire con attenzione, perchè Voerzio non è andato di solo fioretto…
Ma prima il solito ripasso “guidaiolo”:
A.I.S.: la guida dei sommeliers, capitanati da F. M. Ricci, aggiudica il più alto riconoscimento con i cinque grappoli al Barolo Vecchie Viti dei Capalot e delle Brunate Ris. ’03, Barolo Cerequio ’03 e il Barolo Brunate ’03. Seguono con quattro grappoli il Barolo Sarmassa di Barolo ’03 ed il Langhe Nebbiolo Vigneto S. Francesco e Fontanazza ’04.
Espresso: l’azienda è valutata con il punteggio delle tre stelle.
Gambero Rosso-Slow Food: sono solo tre i vini recensiti sull’edizione 2008 e riguardano tre cru di Barolo tutti valutati con i due bicchieri rossi. Brunate ’03, Cerequio ’03 e Sarmassa di Barolo ’03.
Esordi non facili quelli del giovane Voerzio che incominciò proprio in uno dei periodi più brutti che ha vissuto il Piemonte enologico, ovvero quello dello scandalo del metanolo. Ma come recita una famosa canzone di Ligabue: “…ci han concesso solo una vita soddisfatti o no qui non rimborsano mai…” sapeva che quella vita andava sfruttata al meglio per poter raggiungere i propri obiettivi senza compromessi, sfruttando già come punto di partenza, la fortuna di essere nati nel comune di La Morra. L’occasione di vivere in uno dei più importanti villaggi, dal punto di vista enologico, non era cosa da sottovalutare e per arrivare a produrre grandi vini in questo comune bisognava partire ovviamente dall’acquisizione dei migliori vigneti.
Nel corso degli anni Roberto è arrivato a possedere alcuni tra i più bei vigneti, nelle migliori posizioni, del comune di La Morra e per arrivare a trarre le uve più belle da queste vigne, la cura impiegata tra i filari diventa fondamentale. Devo riconoscere che sono pochissimi i viticoltori al Mondo che conosco e che arrivino a prendersi cura con premura e dedizione e con così ossessiva e morbosa attenzione per ogni singola pianta, arrivando a contare fino a 30 passaggi (dalla concimazione alla potatura, dalla vendemmia verde a quella vera e propria) che vengono effettuati nel corso di un anno tra i vari filari. Sia che questi vengano coltivati a Dolcetto, sia che vengano coltivati a Nebbiolo.
Come ogni anno la vita nei vigneti di Voerzio incomincia già subito dopo la vendemmia. Viene riazzerato il contachilometri e via…si riparte da zero. Come se tutto quello che è stato fatto fino a quel momento non conta più. Tutto in vista di quel naturale e progressivo miglioramento che Roberto è costantemente alla ricerca. Come prima operazione, si provvede alla concimazione naturale, in pieno rispetto della natura e del terreno, con letame proveniente da bovino ad alimentazione controllata. Questa viene fatta manualmente e solo dove c’è bisogno, saranno le viti stesse ad indicare se ne necessitano o meno. Se queste avranno un precoce “ingiallimento” fogliare, significa che il terreno in quel posto è magro e si interviene su di esso, altrimente non viene del tutto effettuato.
Il passo successivo riguarda l’aratura che viene effettuata fino ad una profondità di 30-40 cm e che serve a interrare il concime e tagliare le radici che tendono a sviluppare sui lati anzichè scendere in profondità. Ma chi meglio dello stesso Voerzio è in grado di raccontare al meglio la sua filosofia applicata al vigneto???
Avere la fortuna di girare per le vigne di Voerzio, in sua compagnia, in più avendo come contorno quella “nebbiolina” langarola che rende uno spettacolo unico al Mondo…non ha prezzo!!!
Impressionante vedere come le piante siano lì tutte in fila, senza sgarrare di un centimetro, come tanti piccoli soldatini e che rispondono solo agli ordini del proprio “generale”.
Ritorniamo in cantina…ma prima di iniziare la visita, Roberto ci prepara le bottiglie da degustare e la caraffa per la decantazione… 😀
Nel prossimo video, Roberto ci parlerà invece della sua filosofia applicata alla vinificazione. Nella sua cantina non troverete concentratori o rotomaceratori, ma soltanto le classiche vasche di vinificazione tradizionali…
A Microfoni spenti, Roberto ci confida che per quanto riguarda l’enologia moderna, le vasche d’acciaio termoregolate, sono l’unica “invenzione” degne di essere ricordate. Per quanto riguarda le barriques, sono invece dei validi strumenti ma che si ricordano più per la loro facilità d’uso, per lo spostamento e per la loro pulizia. Il loro utilizzo nella cantina di Voerzio è stata più che altro motivo di necessità, in quanto producendo solo Barolo cru, ovvero con indicazione di vigneto, e da questi ricavandone solo piccole quantità, la barrique era lo strumento più adatto per il loro affinamento separato.
Ma entriamo nel merito scendendo nella barricaia di Roberto Voerzio…
Sono stati numerosi gli assaggi in anteprima fatti prelevando i campioni dalle barriques, che ci ha permesso di arrivare a delle considerazioni sulle annate in affinamento. I Nebbiolo da Barolo targati 2006 sono molto buoni, sono ricchi di polpa, di grandi freschezze e con tannini molto dinamici. Assomigliano molto ai 2004, ma sono caratterizzati da un frutto più polposo e più caldo. Per quanto riguarda invece i 2005 saranno dei Barolo che si avvicinano molto a quelli dell’annata 1998, ovvero molto buoni, di buon carattere, ma più sottili e meno dinamici rispetto a quelli del 2006, così come i 1998 rispetto ai 1999. Discorso diverso per quanto riguarda i 2007, (anche se, come per le annate precedenti, ogni tipo di discorso è alquanto prematuro…) sono molto simili ad annate calde come ad esempio la 1997 o la 2000, caratterizzati da un frutto più maturo e più denso, un tannino meno incisivo e meno graffiante anche se di buona articolazione, ma con un acidità più marcata rispetto alle annate prese in esempio.
Ma torniamo alla realtà e, prima di regalarvi le consuete note di degustazione, godetevi il resto dell’intervista.
Nel prossimo video, assolutamente da non perdere, un Roberto Voerzio a braccio e fuori dai denti, ci parla di vini e di guide, del suo rapporto con la stampa del settore…di Milan e Gianni Morandi!!!
Ora che abbiamo rotto il ghiaccio, Voerzio è a suo agio e che il discorso si fa sempre più confidenziale, possiamo permetterci di entrare con l’intervista in maniera un po’ più “privata”. Parlando di quello che non sopporta, dei suoi gusti personali, dei suoi sogni…di Pacalet e di Fontanafredda!!!
E’ ufficialmente aperto il Toto-Barolo su qual’è questo vino misterioso…
Bene ed ora all’assaggio!
Bicchiereeee!!!
Una precisazione: non troverete i dati riguardanti i quantitativi di solforosa in quanto Roberto non possiede i dati esatti del suo contenuto per ogni singolo vino, ma come ha avuto modo di raccontarci nel video, nessun vino supera gli 80 mg/lt di totale al momento dell’imbottigliamento.
Dolcetto d’Alba Priavino 2006
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Dolcetto.
-Provenienza uve: Vigneti San Francesco e Pissota.
-Gradazione alcolica: 14,5%
-Vinificazione: tradizionale in vasche d’acciaio tra i 12 ed i 15 giorni.
-Affinamento: 8-9 mesi in vasche d’acciaio
-Prezzo in enoteca: Euro 14,00.
Giudizio EC: 15,5/20
Prodotto da un vigneto di 3,5 ettari, che si trova a 450 mt s.l.m., di natura argillo-calcarea, con esposizione ad est. La densità di impianto è tra le 5.000 e le 8.000 piante per ettaro, rese per pianta che non superano 1 Kg e da dove sono state ricavate 15.000 bottiglie.
Voerzio definisce il suo Dolcetto un vino “gustoso”. Non ci resta che prenderne atto e condividere in pieno il valore intrinseco di questo termine. Polpa, frutto, avvolgenza caratterizzano e valorizzano il valore varietale dell’uva, esaltato anche dal ricco carattere dato dalla grandezza dell’annata. Un bellissimo dolcetto ma contrariamente all’immaginario comune che gode questo vino in generale, consigliamo di dimenticarlo in cantina almeno un paio d’anni prima di poterlo apprezzare al meglio.
Langhe Nebbiolo S.Francesco Fontanazza 2005
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: vigneto S. Francesco nel comune di La Morra.
-Gradazione alcolica: 14%.
-Vinificazione: tradizionale in vasche d’acciaio tra i 12 ed i 15 giorni.
-Affinamento: per 12 in botti da 228 lt. e da 450 lt.
-Prezzo in enoteca: Euro 27,00.
Giudizio EC: 17/20
Prodotto da un vigneto di 2 ettari, che si trova a 400 mt s.l.m., di natura argillo-calcarea, con esposizione ad est-sud est. La densità di impianto è tra le 4.000 e le 5.000 piante per ettaro, rese per pianta che non superano 1,3 Kg e da dove sono state ricavate 13.000 bottiglie.
Un altro vino che rispecchia in pieno le caratteristiche stilistiche dell’uva Nebbiolo apprezzabile nella sua pienezza del frutto con il carattere molto docile e sottile dato dall’annata 2005. Un vino che all’olfatto e al palato si allarga con l’ossigenazione dando un’impronta speziata al naso, mentre in bocca foggia delicatezza e una trama tannica non indifferente, con un tannino ben articolato e dolce in chiusura.
Barbera d’Alba Riserva Pozzo dell’Annunziata 2004 magnum
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.
-Vitigni utilizzati: 100% Barbera.
-Provenienza uve: vigneto Pozzo dell’Annunziata nel comune di La Morra.
-Gradazione alcolica: 14,5%.
-Vinificazione: tradizionale in vasche d’acciaio tra i 10-12 giorni.
-Affinamento: 12 mesi in botti tra i 228 lt. ed i 450 lt.
-Prezzo in enoteca: Euro 245,00.
Giudizio EC: 18,5+/20
Prodotto da un vigneto di 0,7 ettari, che si trova a 400 mt s.l.m., di natura argillo-calcarea, con esposizione ad est-sud est. La densità di impianto è di 8.000 piante per ettaro, rese per pianta che non superano i 400-500 grammi (!!!) e da dove sono state ricavate 1.500 magnum.
Doverosa premessa per giustificare la mia valutazione ed il fatto che mi ha riflettere non poco prima di dare un giudizio finale sulla Barbera Pozzo 2004.
Il mio personalissimo taccuino dice che questo vino avrebbe tutte le carte in regola per sfondare la soglia dei 19/20. Il vino è pieno, ricco, denso, avvolgente, complesso e lungo, insomma quasi perfetto! Ho avuto modo in altri luoghi e in altre occasioni di degustare anche l’altra Barbera prodotta da Voerzio (in cantina abbiamo assaggiato solo la 2006 dalla vasca…) e quello che mi ha fatto pendere sul mezzo gradino sotto è il fatto che per certi versi preferisco la grinta, il carattere e la personalità che regala sul piano olfattivo la Cerreto rispetto alla sorella maggiore, pur evidenziando i caratteri e la forza profondamente distante delle due Barbere. Sottolineando, ripeto, il fatto che la Pozzo 2004 è a tutti gli effetti un vino da 19/20 ed il mezzo punto è legato solo ad un fatto personale di gusti.
Barolo Cerequio 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: dal vigneto Cerequio nel comune di La Morra.
-Gradazione alcolica: 14,5%.
-Vinificazione: tradizionale in vasche d’acciaio con la durata di circa 20 giorni.
-Affinamento: 24 mesi in barriques.
-Prezzo in enoteca: Euro 160,00.
Giudizio EC: 19/20 ALTISSIMO CETO.
Prodotto da un vigneto di 2 ettari, che si trova a 350 mt s.l.m., di natura argillo-calcarea, con esposizione a sud. La densità di impianto è tra le 4.000 e le 5.000 piante per ettaro, età delle viti tra i 20 ed i 40 anni, rese per pianta che non superano i 500-600 grammi e da dove sono state ricavate 6.000 bottiglie.
Finalmente stanno vedendo la loro commercializzazione le bottiglie di una delle più grandi annate mai prodotte da Voerzio e che il sottoscritto ha avuto la fortuna di seguire fin dal loro esordio con il legno. La considero molto vicina all’eleganza e la definizione aromatica della 2001 possedendo in più maggior peso e maggior sostanza. Incominciamo a parlare del Cerequio, di cui abbiamo provato prima la 2003. Ottenuto da annata calda, ma che il modo di lavorare il vigneto (e l’età delle viti…) ha permesso a Roberto a produrre un vino che ha le caratteristiche di dolcezza e concentrazione del frutto ma che non soffre però di cedimenti ossidativi e neanche sul piano della freschezza, che rimane saldamente appigliata in sostegno della struttura del vino, senza renderlo stucchevole. Il Cerequio 2004 è un capolavoro che paragonato ai suoi fratelli è quello più morbido e quello più sottile. Se vogliamo fare un paragone con la Borgogna diremmo che possiede la delicatezza e l’eleganza di un grande Musigny.
Barolo Rocche dell’Annunziata Torriglione 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: vigneto Rocche dell’Annunziata Torriglione nel comune di La Morra.
-Gradazione alcolica: 14,5%.
-Vinificazione: tradizionale in vasche d’acciaio con la durata di circa 20 giorni.
-Affinamento: 24 mesi in barriques.
-Prezzo in enoteca: Euro 160,00.
Giudizio EC: 19,5/20 ALTISSIMO CETO
Prodotto da un vigneto di 2 ettari, che si trova a 300 mt s.l.m., di natura calcareo-sabbiosa, con esposizione a sud. La densità di impianto è tra le 4.000 e le 5.000 piante per ettaro, età delle viti tra i 20 ed i 60 anni, rese per pianta che non superano i 500-600 grammi e da dove sono state ricavate 6.000 bottiglie.
La caratura e lo spessore del Rocche dell’Annunziata Torriglione lo pone su un mezzo gradino sopra gli altri. Un frutto più polposo, croccante, più denso e più ricco anche se meno “delicato” del Cerequio. Al palato una trama tannica leggermente più fitta, un tannino più articolato ed una chiusura più “matura”. Questo, forse dovuto ad una maggiore anzianità delle viti e un’altitudine più bassa ripetto al vigneto di Cerequio. Tornando alla Borgogna, possiamo paragonarlo ad un grande Richebourg?
Barolo La Serra 2004
-Tipologia vino: Rosso D.O.C.G.
-Vitigni utilizzati: 100% Nebbiolo.
-Provenienza uve: vigneto La Serra nel comune di La Morra.
-Gradazione alcolica: 14,5%.
-Vinificazione: tradizionale in vasche d’acciaio con la durata di circa 20 giorni.
-Affinamento: 24 mesi in barriques.
-Prezzo in enoteca: Euro 160,00.
Giudizio EC: 19+/20 ALTISSIMO CETO
Prodotto da un vigneto di 2 ettari, che si trova a 380 mt s.l.m., di natura mista argilla e pietra, con esposizione a sud-est. La densità di impianto è tra le 6.000 e le 7.000 piante per ettaro, età delle viti tra i 10 ed i 30 anni, rese per pianta che non superano i 500-600 grammi e da dove sono state ricavate 6.000 bottiglie.
Il La Serra 2004 possiede un frutto più croccante e meno denso rispetto al Rocche. Assume i connotati della delicatezza aromatica trovati nel Cerequio. Mentre in bocca si rivela quello più “nervosetto”, quello con maggiore grinta, con un tannino fine, minuto ma che si fa ricordare, a distanza di minuti, sulle pareti del vostro palato. Ricorda dei grandi Echézeaux.
Note positive
-Sarebbero troppe da elencare…i vini di Voerzio in ogni singola annata sono dei capolavori.
Diamo solo l’informazione sul packaging coerente con la filosofia aziendale e sulle bellissime etichette dei vini che sono state disegnate da Riccardo Assom da Villastellone.
Note negative
-Nulla da segnalare. Se non quello di evidenziare l’assenza di un sito internet che sarebbe utile per noi EnoCentrici per poter raccogliere informazioni sui vini, sulla filosofia oppure semplicemente le schede tecniche e le informazioni sulle nuove annate. Ma cosa volete? Anche il Domaine de la Romanée Conti non ha un suo sito…
Conclusioni
– I vini di Roberto Voerzio sono un mix di potenza, eleganza e purezza nella definizione aromatica di ciascuna sfumatura. Sono al limite della perfezione, difficile trovare sbavature in annate difficili come è stata la 2003, figuriamoci quando Roberto ha in mano uve di Nebbiolo e di Barbera regalate da una grandissima annata come la 2004. Tutte le singole componenti sono al loro posto, non una riduzione, non una puzzetta, non un tannino amarognolo e neanche acidità spiazzanti o che tagliano i denti. Dicono che in alcuni vini sono dei difetti a renderli grandi, ma nel caso di Voerzio li troverete grandi così nella loro quasi perfezione (o sarebbe il caso di dire perfezione tout court???). Se poi pensate che questa perfezione li renda anonimi, oppure che alla fine tutti si somigliano, vi invito a fare come abbiamo fatto noi. Assaggiate i diversi cru dalle barriques e vi darete una risposta e la darete anche a quelli che, a oggi, sono convinti che i suoi vini sappiano solo di legno. Roberto è come un grande artista, maniacale nei modi, sempre alla ricerca del meglio. Ogni suo vino è un quadro che personifica l’essenza stessa dell’artista ma con il pregio che la terra d’origine dona le differenze tra un quadro e l’altro, con delle pennellate che rendono diverse un La Serra, da un Cerequio o da un Capalot.
Bravo Roberto, il mondo enologico moderno ha fortemente bisogno ogni anno dei tuoi capolavori!!!
Altissimo Ceto! Per Roberto Voerzio e tutto il suo staff .
Az. Agr. Roberto Voerzio
Località Cerreto, 1
12064 La Morra (Cn)
Tel. e Fax: 0173 509196
e-mail: voerzioroberto@libero.it
Ivano Antonini alias EnoCentrico
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